martedì 17 maggio 2016

Anima di Pagliaccio

Leiden, 26 dicembre 2015




Anima di Pagliaccio



Il pagliaccio è una figura che mi ha sempre affascinato.
La sua anima è pura, sempre pronta a strappare un sorriso. Sempre pronta a vincere la sua parte oscura.
I giorni corrono via con il vento che da queste parti non manca mai.
Sto scrivendo il mio futuro e non importa se dovrò ancora andare su e giù per le “montagne russe”. Dovrò imparare a controllare le emozioni e non lasciare che facciano il contrario. Sarò in grado di prendere il controllo. Nulla sarà in grado di fermarmi. Studierò fino a non essere perfetto. Imparerò quello che dovrò imparare e non smetterò mai di ridere e di far sorridere.
Semplicemente perchè ho deciso di farlo.
Questa sera, questo momento, questa forza. Oggi è già troppo poco. Ho fame di domani.
Probabilmente prenderò ancora calci in culo, ma farò in modo che non mi facciano cadere, che non mi facciano più del male.
Per fortuna, in questa guerra inconscia, anche quest’anno è arrivato il Natale. Una specie di armistizio emozionale...
Tavola con tovaglia rossa, tante cose buone, l’albero addobbato, le canzoncine di natale e i bambini che scartano i regali.
Stavo vivendo il mio Natale lontano da “casa”; ero con i miei amici, con i miei bimbi, con mia moglie, ma mancava qualcosa.
Credo che in certi momenti la voglia di essere figlio sia pari a quella che si ha di essere padre.
Ho sentito la mancanza dell’altra parte della famiglia, persino dei loro discorsi “da tavola”, che poi sono sempre gli stessi da anni! Si parla di lavoro, di politica, prima o poi viene fuori Berlusconi, le battutacce sconce, i cazziatoni alla nonna perchè mangia troppo, la mamma che non si riesce a rilassare, la tombola e quelli che gridano “tombola” dopo due numeri usciti...
Viene in mente quel diabolico patto fatto con il diavolo in chissà quale altra vita, per cui, per apprezzare quello che si ha, lo si debba perdere...
La serata è comunque scivolata via tra le pieghe di un’anima stasera divenuta pagliaccio.
A mezzanotte, la vera magia del Natale ci ha infine trovato: noi quattro, davanti al presepe di pongo fatto da Iulia a scuola. Bellissimo e mai così prezioso.
Abbiamo pregato, ognuno a modo suo.
Ed è stato Natale!

“...Ogni calcio in culo è comunque una spinta in avanti
John Campbell



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