domenica 31 marzo 2024

IL CAVALLINO DAL MANTELLO D’ORO

 

"IL CAVALLINO DAL MANTELLO D’ORO"

 

Sette Aprile 2022 ore 4:50 am

"Pronto, parlo con Daniele Calarco?"

"Si"

"E' il figlio di Rosangela Ramelli?"

"Si"

"Mi dispiace informarla che alle 3:30 am sua madre è deceduta per complicanze respiratorie"

 

Erano le 4:51, chiusi il telefono e da quel momento, in una parte di me, sarei stato per sempre solo.

 5/06/22 2AM

Perché non sono stato abbastanza. Non  abbastanza uomo da costringerti a essere aiutata e non abbastanza figlio da poterti salvare.

Forse non sono quella persona che pensavo di essere.

Possa qualsiasi Dio esista perdonarmi. Ho molta strada da fare per diventare ciò’ che avrei voluto già’ essere.

Arriverà il giorno in cui mi inginocchierò a te per chiederti perdono. Perdono per essere stato il figlio che hai cresciuto.

06/12/22

Se potessi ti suonerei questi pensieri con quella chitarra che volevi studiassi, ma che poi non ho mai imparato. Facciano finta che quella chitarra non l' abbia venduta e che oggi possa essere bravo a suonare melodie dolci come carezze e vere come quegli sguardi occhi negli occhi solo nostri e sempre nostri

14/09/23

“ lungo i pascoli del ciel cavallino va…Tutto d’oro il suo mantel nell’immensità…” Non sei mai stata banale, in nessuna scelta. Anche la ninna nanna che mi cantavi è speciale. Una poesia di Renato Rascel.

Quando “sento freddo” e sono impaurito è a questo che penso.

Se ora hai paura, se ora hai freddo, pensa a questo. In qualche modo, da qualche parte, saremo ancora insieme

 

25/12/23

Che ne sanno gli altri. Che ne sanno di noi. Piange il bambino che ancora non capisce, li ascolta e si lascia lacerare. Grida l’uomo della scelta. Vivo insieme al dubbio che mi respira dentro. Convivo con demoni che violentano l’anima.

 

15/02/24

Come una poesia lasciata a metà, cerco  parole tra pieghe di vestiti stropicciati e sospiri di innamorati. Le cerco ovunque, perché è lì che potresti avermele lasciate. Le riconoscerò in qualche modo, per gli altri saranno solo orfani dettagli, ma per me saranno versi. Ne farò per te  magia.

 06/03/24

Di solito so usare le parole. Faccio in modo che loro scelgano me. Di solito. Ma non ora. C'è troppo caos per sentire, troppo rumore per ascoltare Sono due anni che sono bloccato in questo limbo, e nulla credo ormai cambierà. Credo che questa roba si chiami “elaborazione del lutto” e non cercherò di controllare quello che sento. Non più. Lascerò che mi attraversi e che esca come vuole lui.

Ed eccomi qui con te in cameretta. Tu che accarezzandomi mi spieghi le la vita. Carezze che sussurrano lezioni  giocando a nascondino con favole. Ed ecco che ora sono in cucina. Finalmente insieme dopo mesi. Tu con il grembiule da cuoca che mantechi una gigantesca pentola di linguine con le vongole. Veraci. Veraci come te. Era il tuo benvenuto, era il tuo amore.

Poi eccomi a tenerti la mano in ospedale. Tu che sei chissà dove e io che ti cerco. Voglio trovare ancora te in te, ma non ti vedo. Sei ancora te, ma non lo sei più.

Di nuovo indietro nel tempo. A villa borghese che mi tieni la mano sul pony. Poi eccoti ad Amsterdam con Papà. Vi vengo a prendere in aeroporto. Mentre aspetto vedo la gente che si abbraccia e piange, poi arrivate voi e tutto si unisce. Piango, ti abbraccio e mi sento a casa.

Delle volte è un sasso che mi porta giù nel mare, delle altre volte è amore che mi fa volare. Sono strattoni improvvisi, flash di irriverenti paparazzi in agguato. Mi piace pensare che quando capiti sia una specie di connessione tra dove sei tu e dove sono io. Certamente sei ancora da qualche parte. Ti sento e so che tu senti me. Siamo energia zingara.

Continuo ad agire cercando la tua approvazione. Continuo a cercarti in rubrica. Continuo a cercare di renderti orgogliosa. Sei importante, ti porto dentro con me.

 31/03/24

Facciamo che questo tempo non esista. Facciamo che non esistano regole. Facciamo che sono tornato bambino nel letto della cameretta. Te che intoni la canzoncina del cavallino dal mantello d’oro e io che riesco ancora  a vederlo. Facciamo che ci sia un appuntamento tutto nostro strappato a questo destino che d’improvviso è diventato assassino. Eccomi a te, sono un uomo ora ma ti prego canta ancora per me. Io quel cavallino lo voglio ancora vedere…

Mamma, ti devo parlare, forse lo sai già e questo momento lo stavi aspettando da ovunque tu sia ora. Forse hai sentito le mie mute grida, la notte, prima di addormentarmi. Scusa se sono stato l’uomo che mi hai insegnato a essere. Scusa se ho usato la ragione e non la pancia…proprio con te che sei al di la della mente. Scusa se mi sono trovato piccolo piccolo, impaurito ed egoista. Scusa se non sono stato abbastanza gigante al tuo cospetto.

Facciamo che mi stai guardando negli occhi ora. Facciamo che ci stiamo stringendo forte forte mentre fuori piove ancora. Facciamo che io inciampi in un'altra possibilità. Facciamo che sei a casa malata. La coperta rossa che ti tiene al caldo. Facciamo che ti tengo la mano mentre te ne vai via. Facciamo che ti canto del cavallino lungo i pascoli del cielo. Ti prego dimmi che è possibile perché non so se posso aspettare un’altra vita per farlo. Facciamo anche che mi dici che sono un cretino a pensare tutto questo casino e che sei orgogliosa delle scelte che ho fatto.

E ora che sei libera facciamo che in questo “adesso” tutto possa accadere. Fai di me ancora il bimbo a cui spiegavi la vita, accarezzami il capo chino sulle tue ginocchia, concedimi ancora una volta quell’amore incondizionato e senza giudizio che solo una mamma sa dare.

Portami via con te “lungo i pascoli del ciel...”