"SCHIENA DRITTA, SGUARDO FIERO E CUORE IN MANO"
A tutti coloro
che pensano di aver fatto la scelta sbagliata. A tutti coloro che pensano di
essere sbagliati. A tutti coloro che hanno la propria dignità a pezzi. A tutti coloro
che hanno bisogno di una pacca sulla spalla...
Questa è la
mia storia. Quella vera. Quello che scrivo è quello che mi sta succedendo
veramente. Non faccio parte di quelle frasi ad effetto trovate su Facebook.
Shift Leader: Colui che conduce una squadra al
raggiungimento di determinati obiettivi. Nel fare ciò combina l’abilità a
comprendere quali siano gli obiettivi raggiungibili con la capacità di motivare
gli altri.
Tutto ebbe
inizio a Roma nel Giugno del 2015. Era un giorno come tutti gli altri. Sveglia
al mattino presto, colazione, una
sistemata ai bimbi. Di corsa a scuola. Traffico. Traffico.Tanto traffico
ovunque.
Poi finalmente
in ufficio. Un ufficio bellissimo.
Ad un certo
punto, l’invito del “capo” per un meeting. Fu il momento di parlare della mia
valutazione lavorativa. Non fu positiva quanto io, a mio avviso, meritassi. Questo
momento diventò lo spartiacque tra quello che ero e quello che sarei diventato.
Non ero e non
sono tuttora d’accordo con quella valutazione, ma non è questo il punto. Non lo
è più.
Nella mia vita,
fino a qualche tempo fa, ho sempre fatto ciò che fosse stato giusto fare. Ho
deciso di sacrificare la mia speciale attitudine scegliendo di perseguire una via maledettamente pratica. Ho affrontato
studi tecnici ed ho ottenuto un lavoro meraviglioso ma, maledettamente tecnico.
Questa scelta, per un bel periodo di tempo ha pagato. Denaro, posto fisso e un
futuro più o meno sicuro. Tutto come in un personale Truman show. Non è detto
che però ciò che ti paghi...ti appaghi...
La felicità è
qualcosa che riguarda ciò che sei e non ciò che sia giusto essere... Per
capirlo a me è servita una “scossa”
Quella mattina di
giugno la “scossa” mi fulminò in pieno. Subito dopo aver subito quella
valutazione, cominciai ad organizzarmi mentalmente per contrattaccare. Avrei
avuto bisogno di tutta la mia energia mentale per far cambiare quel parere.
Sarei stato disposto a lavorare notte e giorno e a sacrificare tutto il mio tempo
per questo. Ma tutto questo sforzo sarebbe stato profuso perché lo desideravo
veramente o per compiacere la considerazione di altri?
Da quella
domanda, anzi, da quella risposta iniziò il mio nuovo me.
“’Fanculo” a cosa
gli altri pensassero o si aspettassero da me. “’Fanculo” a cosa fosse la cosa
giusta da fare. Decisi che da quel momento in poi, ogni singolo sacrificio,
ogni singolo sforzo, sarebbe stato volto alla conquista di qualcosa in cui
veramente credevo. Decisi che avrei ricostruito la mia carriera lavorativa
basandomi su ciò che mi avesse reso veramente felice. Decisi che avrei cercato un
lavoro in cui avessi potuto valorizzare la parte più vera di me stesso...quella
umana.
In quattro
mesi lasciai il mio lavoro, la mia casa e la mia nazione per iniziare una vita
diversa. Ero intenzionato a dimostrare a me stesso che, lavorando in un contesto dove avessi potuto esprimere le mie passioni, avrei
potuto eccellere. A prescindere da ogni possibile dinamica di valutazione. A
prescindere da ogni ragionevole dubbio. A prescindere da qualsiasi malinteso.
Inizio’ quindi
un periodo della mia vita incredibilmente difficile e sfidante.
Ho imparato
cosa significhi sentirsi emarginato e prevaricato. Ho imparato cosa voglia dire
essere lontano da tutto e tutti. Ho scoperto i miei demoni, li ho talvolta
accettati, talvolta combattuti e spesso vinti. Ho imparato ad amare in una
maniera diversa. Ho imparato a gestire crisi emotive, a incassare colpi e
soprattutto a reagire. Ho imparato a controllare il mio istinto, a mettere tutto
in discussione. Sempre. Ho dato un nuovo valore a ciò che avevo dimenticato
avesse valore veramente. In tutto questo percorso personale, mi
sono conquistato la fortuna di essere preso in considerazione da persone che
hanno creduto in me.
Sono sicuro
che mi stanno leggendo e non smetterò mai di ringraziarle...
Fin da subito
ho capito che sarebbe stata la prova del fuoco. Ero in un contesto dove le mie
caratteristiche potevano fare la differenza. Finalmente amavo ciò che facevo.
Ho iniziato
praticamente da zero. Non sapevo nulla di ristorazione, nulla di olandese
e pochissimo d'inglese
Mi sono posto
degli obbiettivi a breve termine che ho pian piano raggiunto. Ho migliorato il
mio inglese, investendo ogni mio momento libero nello studio. Ho imparato dai
miei colleghi più esperti tutto quello che potevo imparare in merito ad un
contesto cosi nuovo per me.
Ho imparato
poi ad unire competenza acquisita a velocità di esercizio. Ho poi imparato ad
essere pragmatico, concreto nell'esigenza.. Dopo la necessaria gavetta ho
inevitabilmente alzato l’asticella degli obbiettivi scegliendone alcuni a lungo
termine. Il primo , è stato quello di diventare un manager. Ho dovuto
nuovamente combattere con frustrazioni e incertezze di ogni genere. Ho trovato
nella mia famiglia ogni sera un porto sicuro dove attraccare una nave talvolta
provata da burrasche più o meno prevedibili.
Ho deciso di
giocare pulito sempre e comunque. Ho avuto la possibilità di mettermi in
evidenza “affossando” qualche mio collega, ma non lo ho fatto. Ho deciso che
avrei raggiunto il mio obbiettivo con la schiena dritta, lo sguardo fiero e il
cuore in mano.
Ebbene, finalmente, sono riuscito ad avere un riconoscimento
concreto. Un piccolo, ma importantissimo primo passo verso il mio reale obbiettivo. Sono
ufficialmente uno shift leader di una delle più prestigiose catene di ospitalità al mondo. Mi sono
ripreso la vita nel punto in cui l’avevo lasciata in quel caldo Giugno del
2015...
Ora, sul nametag della mia divisa, c’è scritto anche il mio cognome.
Per me questo
vuol dire molto, forse anche più del titolo stesso.
Il mio cognome
rappresenta ciò che sono. Il mio cognome mi rende fiero, mi fa sentire parte di
qualcosa che solo io posso capire. Vederlo li, bene in mostra, mi sembra una
specie di tributo ai sacrifici e al supporto che la mia famiglia ha profuso in
tutta la mia vita.
E’ come averli
accanto. Ed è meraviglioso.
C’è stata
gente che mi ha detto che questo paese è razzista e che non avrei mai potuto emergere
in quanto straniero.
C’è stata
gente che mi ha detto che senza raccomandazioni non potevo farcela.
C’è stata
gente che mi ha detto che senza leccare il culo alle persone giuste non potevo
crescere.
C’è stata
gente che mi ha detto che a 40 anni non potevo essere sufficientemente
competitivo.
Forse quando
qualcuno non pensa di essere in grado di fare qualcosa, dice a te che non sei
in grado di farla...
Per quanto mi
riguarda, sono stato anche io “la gente”. Anche io sono caduto in questa
tentazione nel mio percorso...finché, poi, sono cambiato.
Cambiando vita
ho deciso di scommettere tutto su me stesso. Ho costretto a scommettere su di
me tutta la mia famiglia e questo ha fatto la differenza.
Questa
responsabilità ha un peso enorme. Non è stato facile gestirla. Inizialmente mi
ha quasi divorato. Poi, piano piano, sono riuscito a trarne forza. Credo che si
riesca veramente a capire l’entità dei propri limiti quando, quei limiti, sei
costretto ad affrontarli.
Ho smesso di
cercare attenuanti. Mi sono posto un obbiettivo e mi sono imposto di
raggiungerlo. Ho
smesso di ascoltare le persone invidiose e negative. Studio, abnegazione e perseveranza sono diventate le mie migliori armi. Empatia e
cuore i miei migliori amici.
Non mi sento
un eroe, non mi sento ancora realizzato e sono ancora alla ricerca della mia felicità, ma posso dare un consiglio a coloro
che in questo momento stanno vivendo un periodo difficile come quello da cui io
sono forse uscito.
Ragazzi, non
dategliela vinta! Se davvero volete qualcosa, non fermatevi! Preparatevi,
studiate quello che c’è da studiare e andatevi a prendere il vostro cazzo di
sogno.
NON FATEVI DIRE DAGLI ALTRI COSA POTETE O NON POTETE FARE!
“ Non
permettere a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa, se hai un sogno, lo
devi proteggere,se vuoi qualcosa vai e inseguila. Punto.”
Alla ricerca
della felicità. Gabriele Muccino.