Leiden, 18 novembre 2015
E’ fatta!
Siamo in Olanda.!
Raluca e
Peter, amici di quelli che, sei sei fortunato, ne hai solo un paio nella vita,
ci ospitano fino a quando troveremo una sistemazione.
Scrivo dalla
grande stanza da pranzo del loro appartamento.Illuminatissima e confortevole.
E’ una casa splendida. Sembra uscita dalla reclame del “Mulino Bianco”, sono
certo di aver persino udito Banderas e la sua Rosita...
Al momento
Alex guarda Topolino in Tv, Iulia gioca con il tablet e Dana stira i panni di
Raluca...giusto per sdebitarci un po’.
Non è semplice
raccontare tutte le emozioni che mi hanno accompagnato in questo percorso...
Iniziamo dalla
firma che mi ha di fatto reso libero...ma disoccupato.
Era il primo
ottobre 2015. Pioveva, ed il clima non era il solo ad essere freddo. Ricordo,
nella sala della confondustria, un tavolo rotondo con 3 sconosciuti ad
attendermi.
Tutti avevano
una gran fretta di chiudere la pratica. A nessuno importava di me, della mia
vita, dei miei progetti. Nessuna visione romanzata della storia quinidi. Solo
una fredda firma su un freddo foglio di carta in un giovedi qualunque.
Cosi’ sono
finiti 15 anni di storia tra me e mamma Vodafone.
Quella penna
pesava dannatamente, ma mai avrei immaginato che sarebbe stata ancora piu’
pesante nel momento in cui avrei chiesto l’annulamento dell’asilo per Alex e il
nulla osta al trasferimento scolastico per Iulia.
Di fatto stavo
rompendo con violenza il loro mondo, le loro abitudini, la loro vita perchè io
e Dana l’avevamo deciso.
In quel
momento, ti fai delle domande:”e se la nostra intuizione non fosse stata
giusta?” e ancora:“abbiamo il diritto di cambiare la vita dei nostri figli per
inseguire i nostri obiettivi?”
Poi pero’ le
risposte non arrivano, la biro scorre sul foglio e, inesorabile, lo hai fatto.
Hai cambiato
le cose.
Da un momento all’alltro sei disoccupato, i tuoi figli non vanno a
scuola e non hai piu’ punti di riferimento.
Ti senti solo in una stanza
vuota..senza nulla su cui sederti...
Nei giorni
successivi non ho avuto il tempo di pensare. Fortunatamente.
Mi sono iscritto
ad una scuola per pizzaioli e ho imparato a fare la pizza...non si sa mai...
Dopo il corso
sono iniziate tre settimane di impacchettamenti...abbiamo messo la nostra vita
in 45 scatoloni. E’ strano. Quello che prima era indispensabile ora è in un
pacco...lontano da te. In cantina.
E’quindi venuto
il momento dei saluti. Ogni sera salutavamo amici e parenti.
Non e’
semplice salutare veramente qualcuno.
Non ci si
abbituera’ mai.
Insieme agli abbracci e ai baci, che tenti di dare piu’ forte,
come se dovessero bastare per un po’, ti porti via quel magone che proprio non
ce la fai a reprimere.
E’ come un
souvenir emozionale.
Questo per gli
amici e per i parenti...ma cosa succede quando dici un “ciaooooo” molto lungo
alla mamma, al papà e alla nonna che ha 86 anni, che ti ha cresciuto e che il
tuo cuore chiama mamma?
Succede un
casino.
Dolore, senso
di colpa, frustrazione. Rabbia.
Dolore,
perche’ sai che non rivredai per tanto tempo coloro che ti hanno donato tutto
senza chiederti niente; senso di colpa perche’ sai che stai facendo loro
del male senza che loro te ne abbiano mai fatto, frustrazione per la
consapevolezza di non poter fare nulla
per lenire le loro pene e rabbia contro l’inadeguadezza della classe politica italiana che ha distrutto il paese, lo ha assassinato
e che mi ha portato a scegliere di fare tutto cio’.
Poi i saluti
finiscono ed e’ il momento di partire.
Chiudi tutte le tapperelle, controlli bene
bene. Spegni tutte le luci e rimani per un po’ a guardare quello spicchio di
casa ancora illuminata della luce del pianerottolo. Poi chiudi finalmente la
porta. Hai chiuso casa.
E le dici
addio.
La perfetta
immagine di una vita che finisce e un’altra che comincia: una porta che si
chiude. Quella che fino a quel momento era casa, Il tuo rifugio, ora basta, non
ce l’hai piu’.
Il tuo rifugio e’ dentro te. Non hai altro.
Poi sali in
macchina e vai...
Tutto fila
liscio fino a quando lasci l’italia. Sembra strano, ma quel maledetto passo del
Brennero vuoi che non finisca mai, come se ti aspettassi che l’Italia non ti
lasciasse andar via e ti dicesse di tornare indietro.
Poi ti ritrovi
in Austria e ti giri cercando negli occhi di tua moglie qualcosa che non sai
bene neanche te. E li, io, ho trovato lacrime.
Non ho fatto
in tempo a gestire le mie emozioni, perchè ho dovute essere forte per lei.
Forse e’
questo l’amore.
Non
dimentichero’ mai quel momento.
Nella cassettiera dei ricordi e’ finito vicino
a quello che mi racconta di quando eravamo giovanissimi, nella nosta prima casa
in affitto...30 mq di amore e incoscienza. Eravamo sdraiati su un divano letto
scomodissimo e ci stavamo vedendo un film. Lei mi disse guardando negli occhi
che era felice.
La vita in
quel momento era tutta li.
Mi hai fatto commuovere e al tempo stesso mi hai trasmesso una grande forza..
RispondiEliminaE' esattamente il mio stato d'animo...:)
RispondiEliminaCiao ragazzi certo ci mancate ma siamo felici per voi che state realizzando il vostri sogni. Un abbraccio forte a tutti da Fabiana Renato Mirko e soprattutto Daniele
RispondiEliminaCiao Fabiana! Un bacione a tutti!!!!
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