giovedì 3 gennaio 2019

SCHIENA DRITTA, SGUARDO FIERO E CUORE IN MANO

"SCHIENA DRITTA, SGUARDO FIERO E CUORE IN MANO"

A tutti coloro che pensano di aver fatto la scelta sbagliata. A tutti coloro che pensano di essere sbagliati. A tutti coloro che hanno la propria dignità a pezzi. A tutti coloro che hanno bisogno di una pacca sulla spalla...
Questa è la mia storia. Quella vera. Quello che scrivo è quello che mi sta succedendo veramente. Non faccio parte di quelle frasi ad effetto trovate su Facebook.  



Shift Leader:  Colui che conduce una squadra al raggiungimento di determinati obiettivi. Nel fare ciò combina l’abilità a comprendere quali siano gli obiettivi raggiungibili con la capacità di motivare gli altri.



Tutto ebbe inizio a Roma nel Giugno del 2015. Era un giorno come tutti gli altri. Sveglia al mattino presto,  colazione, una sistemata ai bimbi. Di corsa a scuola. Traffico. Traffico.Tanto traffico ovunque.
Poi finalmente in ufficio.  Un ufficio bellissimo.
Ad un certo punto, l’invito del “capo” per un meeting. Fu il momento di parlare della mia valutazione lavorativa. Non fu positiva quanto io, a mio avviso, meritassi. Questo momento diventò lo spartiacque tra quello che ero e quello che sarei diventato.
Non ero e non sono tuttora d’accordo con quella valutazione, ma non è questo il punto. Non lo è più.
Nella mia vita, fino a qualche tempo fa, ho sempre fatto ciò che fosse stato giusto fare. Ho deciso di sacrificare la mia speciale attitudine scegliendo di perseguire  una via maledettamente pratica. Ho affrontato studi tecnici ed ho ottenuto un lavoro meraviglioso ma, maledettamente tecnico. Questa scelta, per un bel periodo di tempo ha pagato. Denaro, posto fisso e un futuro più o meno sicuro. Tutto come in un personale Truman show. Non è detto che però ciò che ti paghi...ti appaghi...
La felicità è qualcosa che riguarda ciò che sei e non ciò che sia giusto essere... Per capirlo a me è servita una “scossa”
Quella mattina di giugno la “scossa” mi fulminò in pieno. Subito dopo aver subito quella valutazione, cominciai ad organizzarmi mentalmente per contrattaccare. Avrei avuto bisogno di tutta la mia energia mentale per far cambiare quel parere. Sarei stato disposto a lavorare notte e giorno e a sacrificare tutto il mio tempo per questo. Ma tutto questo sforzo sarebbe stato profuso perché lo desideravo veramente o per compiacere la considerazione di altri?
Da quella domanda, anzi, da quella risposta iniziò il mio nuovo me.
“’Fanculo” a cosa gli altri pensassero o si aspettassero da me. “’Fanculo” a cosa fosse la cosa giusta da fare. Decisi che da quel momento in poi, ogni singolo sacrificio, ogni singolo sforzo, sarebbe stato volto alla conquista di qualcosa in cui veramente credevo. Decisi che avrei ricostruito la mia carriera lavorativa basandomi su ciò che mi avesse reso veramente felice. Decisi che avrei cercato un lavoro in cui avessi potuto valorizzare la parte più vera di me stesso...quella umana.
In quattro mesi lasciai il mio lavoro, la mia casa e la mia nazione per iniziare una vita diversa. Ero intenzionato a dimostrare a me stesso che,  lavorando in un contesto dove  avessi potuto esprimere le mie passioni, avrei potuto eccellere. A prescindere da ogni possibile dinamica di valutazione. A prescindere da ogni ragionevole dubbio. A prescindere da qualsiasi  malinteso.
Inizio’ quindi un periodo della mia vita incredibilmente difficile e sfidante.
Ho imparato cosa significhi sentirsi emarginato e prevaricato. Ho imparato cosa voglia dire essere lontano da tutto e tutti. Ho scoperto i miei demoni, li ho talvolta accettati, talvolta combattuti e spesso vinti. Ho imparato ad amare in una maniera diversa. Ho imparato a gestire crisi emotive, a incassare colpi e soprattutto a reagire. Ho imparato a controllare il mio istinto, a mettere tutto in discussione. Sempre. Ho dato un nuovo valore a ciò che avevo dimenticato avesse valore veramente. In tutto questo percorso personale, mi sono conquistato la fortuna di essere preso in considerazione da persone che hanno creduto in me.
Sono sicuro che mi stanno leggendo e non smetterò mai di ringraziarle...
Fin da subito ho capito che sarebbe stata la prova del fuoco. Ero in un contesto dove le mie caratteristiche potevano fare la differenza. Finalmente amavo ciò che facevo.
Ho iniziato praticamente da zero. Non sapevo nulla di ristorazione, nulla di olandese e pochissimo d'inglese
Mi sono posto degli obbiettivi a breve termine che ho pian piano raggiunto. Ho migliorato il mio inglese, investendo ogni mio momento libero nello studio. Ho imparato dai miei colleghi più esperti tutto quello che potevo imparare in merito ad un contesto cosi nuovo per me.
Ho imparato poi ad unire competenza acquisita a velocità di esercizio. Ho poi imparato ad essere pragmatico, concreto nell'esigenza.. Dopo la necessaria gavetta ho inevitabilmente alzato l’asticella degli obbiettivi scegliendone alcuni a lungo termine. Il primo , è stato quello di diventare un manager. Ho dovuto nuovamente combattere con frustrazioni e incertezze di ogni genere. Ho trovato nella mia famiglia ogni sera un porto sicuro dove attraccare una nave talvolta provata da burrasche più o meno prevedibili.
Ho deciso di giocare pulito sempre e comunque. Ho avuto la possibilità di mettermi in evidenza “affossando” qualche mio collega, ma non lo ho fatto. Ho deciso che avrei raggiunto il mio obbiettivo con la schiena dritta, lo sguardo fiero e il cuore in mano.
Ebbene, finalmente,  sono riuscito ad avere un riconoscimento concreto. Un piccolo, ma importantissimo primo passo verso il mio reale obbiettivo. Sono  ufficialmente uno shift leader di una delle più prestigiose catene di ospitalità al mondo. Mi sono ripreso la vita nel punto in cui l’avevo lasciata in quel caldo Giugno del 2015...
Ora, sul nametag della mia divisa, c’è scritto anche il mio cognome.
Per me questo vuol dire molto, forse anche più del titolo stesso.
Il mio cognome rappresenta ciò che sono. Il mio cognome mi rende fiero, mi fa sentire parte di qualcosa che solo io posso capire. Vederlo li, bene in mostra, mi sembra una specie di tributo ai sacrifici e al supporto che la mia famiglia ha profuso in tutta la mia vita.
E’ come averli accanto. Ed è meraviglioso.
C’è stata gente che mi ha detto che questo paese è razzista e che non avrei mai potuto emergere in quanto straniero.
C’è stata gente che mi ha detto che senza raccomandazioni non potevo farcela.
C’è stata gente che mi ha detto che senza leccare il culo alle persone giuste non potevo crescere.
C’è stata gente che mi ha detto che a 40 anni non potevo essere sufficientemente competitivo.
Forse quando qualcuno non pensa di essere in grado di fare qualcosa, dice a te che non sei in grado di farla...
Per quanto mi riguarda, sono stato anche io “la gente”. Anche io sono caduto in questa tentazione nel mio percorso...finché, poi, sono cambiato.
Cambiando vita ho deciso di scommettere tutto su me stesso. Ho costretto a scommettere su di me tutta la mia famiglia e questo ha fatto la differenza.
Questa responsabilità ha un peso enorme. Non è stato facile gestirla. Inizialmente mi ha quasi divorato. Poi, piano piano, sono riuscito a trarne forza. Credo che si riesca veramente a capire l’entità dei propri limiti quando, quei limiti, sei costretto ad affrontarli.
Ho smesso di cercare attenuanti. Mi sono posto un obbiettivo e mi sono imposto di raggiungerlo. Ho smesso di ascoltare le persone invidiose e negative. Studio, abnegazione e perseveranza  sono diventate le mie migliori armi. Empatia e cuore i miei migliori amici.
Non mi sento un eroe, non mi sento ancora realizzato e sono ancora alla ricerca della mia felicità, ma posso dare un consiglio a coloro che in questo momento stanno vivendo un periodo difficile come quello da cui io sono forse uscito.
Ragazzi, non dategliela vinta! Se davvero volete qualcosa, non fermatevi! Preparatevi, studiate quello che c’è da studiare e andatevi a prendere il vostro cazzo di sogno.

NON FATEVI DIRE DAGLI ALTRI COSA  POTETE O NON POTETE FARE!


“ Non permettere a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa, se hai un sogno, lo devi proteggere,se vuoi qualcosa vai e inseguila. Punto.”
Alla ricerca della felicità. Gabriele Muccino.


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