" La Rosa Blutique"
Succede. Delle volte succede e basta. Si apre la porta. Tutto entra e tutto esce. Tutto rallenta. Sembra di essere dentro la scena di Matrix in cui Neo vede tutto andare in slow motion…Mi lascio attraversare da debolezze vagabonde e magnificenze di amore rosso fuoco. Li fuori si parla d'inteligenza artificiale, di confini, di mura, di gender, di guerra e io vedo tutto così piccolo. Sono nel mio mondo boomer e mi piace. Ho quasi 50 anni e mi ci trovo dentro come in un buon paio di Nike. Se a 40 anni sai quello che non vuoi, a 50 sai quello che vuoi e, se sei fortunato, sai cosa fare per ottenerlo. E’ come essere l’incognita di un’equazione riuscita i cui fattori interagiscono tra loro senza neanche conoscersi. Non mi interessa più vincere ed essere male.Nel dubbio,
combatto, ma per perdere ed essere bene. L’ho capito da quando ho spento le candeline del mio quasi 50esimo compleanno. Prima di spegnerle, come ogni anno, ho cercato il desiderio da esprimere. Immagino questo momento come una specie di buco spazio temporale dove si torna bambini e si va, cavalcando un unicorno, in un posto colorato pieno di cassetti da aprire con all’interno caramelle, giocattoli e sogni da realizzare. Per la prima volta nella mia vita, di cassetti, ce ne erano giusto un paio. E questo è tanta roba. Ho realizzato di essere felice del mio presente. Sto parlando di quella roba che ti viene fuori direttamente dalla pancia. Sono felice, a modo mio.
Ho finalmente metabolizzato il passato con tutto quello che è stato e ho capito che l’unico modo per onorarlo è migliorare. Fare del bene. Essere la migliore versione di se stessi. Ho realizzato che siamo tutti figli della stessa madre energia. Ho smesso di cercare frequenze non mie. Ho iniziato a vibrare di me stesso e tutto è stato finalmente così chiaro. Lasciarmi suonare ha permesso di lasciarmi ascoltare. Sono riuscito a socchiudere pericolosi armadi con scheletri di vita in cui sono stato figlio per accogliere di padre scelte. Tutto questo mi ha portato ad aprire il cassetto più vicino dei due o tre che vedevo. Dentro sapevo che avrei trovato un ponte. Un ponte tra essere stato figlio ed essere padre. Ponte, tra passato e futuro. Eccolo il mio desiderio. Il progetto di sempre. Il progetto del cuore. Con il cuore. Dana e io, dopo tante ricerche, trovammo un appartamento pieno di luce, a un passo da noi. Sarebbe piaciuto a mia madre e a mio padre e tanto è bastato per fare in modo che quello che ci avevano lasciato fosse speso per comprare quello che sarebbe diventato un sogno realizzato, un percorso tra immortalità di passato e luce di prospettive.

Ma il destino delle volte viene scritto da mani ignare con calamai neri e inchiostri rossi d'inferno e le cose sono andate diversamente. Ebbene, quel posto a mia madre, lo abbiamo comprato ugualmente. Dentro ci abbiamo messo tutto ciò che di buono abbiamo avuto in dono. La nostra missione è stata ed è quella di valorizzare tutta questa strana magia fatta di rabbia, rivalsa e speranze. Dentro ci abbiamo messo questo nostro tesoro di famiglia, fatto del piacere di donare, di ospitare. Di vivere il prossimo.
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