domenica 30 agosto 2020


 

LOCKDOWN, FABIO VOLO E MARILYN MANSON



Che bello! Il B&B andava alla grande! Certo, tanto impegno… ma quante soddisfazioni!

E’ strano, il B&B era entrato nella nostra vita ridefinendone i confini. In pratica, la nostra vita lavorativa si era sposata con quella privata. La passione e l’entusiasmo per il nostro progetto ci stava dando tanto… ma allo stesso tempo togliendo molto. Un po’ come quando sei innamorato della ragazza sbagliata… certe cose proprio non riesci a vederle. Vuoi essere felice con lei ad ogni costo… 

Il destino, comunque, avrebbe fatto in modo che io e Dana, con la ragazza sbagliata, proprio non avremmo avuto a che fare per molto. Era marzo; il covid da semplice “e’ poco piu’ di un’influenza” e’ passato in modalita' pandemia mondiale “ moriremo tutti”. In circa quindici giorni, tutte le prenotazioni del B&B furono cancellate. Anche nella mia amata stuttura alberghiera, con cui collaboravo come consulente, suono’ purtroppo la stessa musica. Mi viene in mente la scena dei musicisti del "Titanic" mentre affonda…

Poi il lockdown. Semplicemente surreale. Da un giorno all’altro non puoi piu’ uscire di casa. Fine della storia. Da Titanic siamo passata a "The walking dead".

Le giornate passavano veloci, dannatamente veloci. Un po' come quando inizi a mangiare gli orsetti di gelatina: non importa quanto grande sia il pacchetto che hai comprato... sara' finito sempre troppo in fretta. Il paragone sembra uscito da uno spot, ma rende l'idea. Parla di dolcezza, tempo e felicita'. E' esattamente quello che stavo vivendo. Dana e i miei bimbi. Li stavo vivendo, mangiando, respirando, toccando per davvero. Mi e’ piaciuto. Piaciuto a tal punto da farmi riflettere su cosa e per chi valesse la pena di lottare. Tra un caffe, una partita alla Wii, svariati tentativi di reprimere ansie da disoccupazioe e roba tipo “che cazzo di fine faremo", "e’ tutta colpa del 5G, anzi no", "sono stati i cinesi, anzi no", "e’ sfiga, anzi no, ...o forse si” mi sono chiesto se ci potessero essere ancora ambizioni  cosi’ grandi da permettermi di rinumciare a cio che stavo  riscoprendo con il lockdown: il mio tempo con loro.

Il tempo aveva assunto ritmi tutti suoi. Mangiare per fame, giocare per voglia, riparare e manutenere casa semplicemente per hobby.

Il nostro umore da genitori quarantenni aveva praticamente comprato un abbonomento "salta la fila" per le montagne russe. Eravamo senza entrate economiche, senza ammortizzatori sociali e le notizie dai media proprio non aiutavano a vedere luce alla fine del tunnel. Ricordo discorsi con Dana: pieni di positività e speranza alla mattina, scricchiolare contro discorsi a occhi aperti durante la notte, guardando un soffitto buio argomentando situazioni ancora piu cupe. Comunque, come spesso capita, l'adrenalina provocata dall'up&down delle montagne russe ti smuove dentro; e, come un primordiale Adamo in uno strano paradiso terrestre, cercai e trovai la mia Eva. Le notti alla scoperta del peccato fecero capolino tra poesie e film con il bollino rosso su Rete4 dopo le 23 per capirci J…e furono molte ed intense... Era come un fuggire dalla realta' verso una non-meta. In quei momenti fuggire era la meta.

Per sentirmi una persona con un minimo di intelletto, anzi, per atteggiarmi con  gli amici che stavo leggendo qualcosa di diverso dall’etichetta dell bagno schiuma, avevo messo sul comodino un libro di Fabio Volo rubato a Dana. Fondamentalmente leggevo Fabio quando Dana mi faceva capire che non avrei avuto speranze di avere… di meglio. E ogni volta Fabio, nel libro, faceva sesso. Cioe’: io no, e lui si. Faceva sesso continuamente o si ricordava di averlo fatto. In questo lockdown ho imparato tante cose e una verita' inalienabile rimane il fatto che non importa quanto il sesso possa essere migliorato con tua moglie…Non si puo’ competere con Fabio Volo.

Dopo le prime settimane, tutta la casa era manutenuta e pulita e avevo finito di candidarmi per qualsiasi lavoro immaginabile, negli ambiti della legalita’ perlomeno. I bimbi erano diventati dei piccoli Bill Gates con le video lezioni di scuola, mentre io e Dana avevamo riscoperto lo stress da compiti di scuola pomeridiani: un incrocio tra “amore di papa’ ti aiuto io con i compiti” e “v@ff#%*ulo non capisciuncaxxo; hai il DNA di qualcun’alto!”. Montessori e Marilyn Manson a momenti alternati insomma.

Poi la resilienza ebbe il sopravvento. Iniziammo a porci degli obiettivi totalmente folli vista la situazione. Il concetto era e sara' sempre lo stesso: se devi puntare, punta verso il cielo.. In un mondo dove la notizia dei TG piu’ positiva era il fatto che il campionato di serie A si sarebbe fermato (almeno la Roma avrebbe smesso di perdere match in continuazione), Dana ed io cercvamo case da comprare, albe da vedere, terra con cui sporcarci.

Senza lavoro per entrambi, in piena pandemia, noi progettavamo un nuovo inizio. Non so se e’ stata follia, visione del futuro o indice di malattia mentale, ma alla fine del lockdown saremmo stati pronti a rimetterci in gioco reinventandoci, e con un nuovo obiettivo: Iniziare da noi. Un "noi" fatto di tante nuove consapevolezze e vecchie certezze. Mi viene in mente "il cerchio della fiducia" del film "Ti presento i miei". Ne avevo uno, ma le circostanze mi hanno portato a crearne uno nuovo, molto piu' piccolo e robusto. All'interno, oltre alla famiglia, ho fatto spazio solo per pochissimi amici... e per Sfigatto ovviamente :)

Bob Marley disse una cosa meravigliosa: "i veri amici sono come le stelle; puoi riconoscerli solo quando e' buio intorno a te"

Bob forse ha avuto la mia stessa fortuna.

Alessandro, il mio migliore amico da sempre, quel tipo di amico presente in quasi tutti i ricordi della tua vita, rese possibile l'impossibile. La mia resilienza aveva fame di lavoro, di un nuovo inizio, e Alessandro, impeganto nella logistica, uno dei pochissimi settori che il lockdown non aveva danneggiato, mi fece ottenere un colloquio di lavoro presso una delle piu' importanti realta' italiane del settore.  Ale mi mise ad un tavolo da gioco dove la posta era un lavoro come Driver.

Ricordo come affrontai quel colloquio. Mi giocai delle carte prese da un mazzo speciale. Una collezione di carte malconcie e vissute. Solo chi ne ha giocate un po' di partite al buio mi capira' fino in fondo... Non potevo vantare esperienze di alcun tipo nel settore, non conoscevo nessuno ed ero solo. Usai tutto quello che avevo imparato.  Problem solving, thing out of the box, less is more... sembravano lontani slogan per far colpo nel CV, e invece mi fecero condurre la partita. 

Mi alzai da quel tavolo con un lavoro in tasca. 

Nonostante la pandemia ci avesse distrutto un sogno ormai realizzato, noi non avevamo arretrato di un centimetro. Non so se chiamarla fortuna, aiuto divino o bravura, ma in qualche maniera eravamo riusciti ad essere ancora in gioco. Sporchi, incazzati e pieni di voglia di ricominciare, in qualsiasi modo…



PS.:  Ho finito di leggere il libro e Fabio viene lasciato dalla tipa…

Cavolo! Mi e’ dispiaciuto (neanche tanto pero’)! Speriamo di poter recuperare almeno un po! J 

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