mercoledì 23 marzo 2016

Die Hard



Leiden, 1 dicembre 2015

Die Hard



Tre, due, uno, Ciak! Si gira!
Sapevo che questo momento sarebbe arrivato.
Mi sono candidato per una posizione di “network support” per una società che offre supporto tecnico nel mercato italiano. Purtroppo il mio skill non è strettamente compatibile con quello richiesto, ma ho deciso di provare comunque.
Dopo pochi giorni dalla mia candidatura, il telefono ha squillato!
Non so come spiegare esattamente il panico da “risposta al telefono in inglese”... Palpitazioni, sudore freddo, tremore. Sono rimasto un paio di secondi a vedere il numero chiamante sul display del mio meraviglioso Lumia 730 verde... ero in una specie di limbo telematico: la mente pronta a rispondere, la pancia pronta invece a spegnere il telefono e scappare via... come nelle comiche di Benny Hill...
Poi, nella lista di cose fatte nella vita, subito dopo “mangiare un panino con pesce crudo e cipolla” ho deciso di aggiungere “sostenere una conversazione telefonica in inglese per ottenere un posto di lavoro”. La mente ha vinto sulla pancia (una volta tanto...) ed il destino è stato scritto...
Ho cercato di parlare il meno possibile e di ottenere un appuntamento “face to face” in modo tale da avere il tempo per prepararmi.
Detto, fatto! La chiusura del telefono aveva di fatto portato con se la data dell’appuntamento.  Avrei avuto due giorni per studiare “il nemico”.
Poi, inesorabilmente, il giorno del colloquio ha albeggiato nella mia vita.
Ad Amsterdam, precisamente al Crystal Tower, ci sono andato in macchina.
Pioveva, tirava vento, ma il mio stato d’animo era stranamente assolato. La cosa che mi preoccupava di più era il controllo emotivo: se l’avessi perso, avrei perso anche la capacita’ di gestire quei pochi vocaboli in inglese sui quali far ruotare tutto il resto.
Trenta minuti di autostrada a cinque corsie mi avrebbero accompagnato alle porte della mia prima esperienza di questo genere.
I pensieri però andavano più veloci della mia fedele Hyundai... loro erano già arrivati e mi stavano aspettando: vestiti coll’abito delle grandi occasioni, nervosi, timidi, storditi.
Ho parcheggiato, ripassato il “copione”, respirato “zen” e poi via! Dentro la torre , dove mi avrebbe aspettato il drago.
Sono salito fino al 24esimo piano, sede della società di reclutamento. Il tempo in ascensore ha seguito un concetto tutto suo. Potrei essere invecchiato più del previsto in quel “fottuto” ascensore.
Finalmente , il “drin” dell’arrivo al piano mi ha di fatto ricongiunto ai pensieri in “Dolce e Gabbana” che erano proprio li ad attendermi: uno dei tanti era perfino sorpreso di vedermi... pensava che non mi sarei presentato.
Nell’attesa del mio “personal recruter” mi sono goduto una vista incredibile. Tutta Amsterdam e la sua pioggia era ai miei piedi. Sembrava di essere in “Die Hard”: da un momento all’altro sarebbe potuto arrivare Bruce Willis in “canotta” bianca, incazzato e insanguinato  in cerca del cattivo appeso fuori dal grattacielo con il detonatore che avrebbe fatto esplodere il mondo.
Per fortuna, dopo un pò, invece di Bruce si è palesata Sylvia, la referente del mio colloquio.
Bellissima ragazza, molto educata, forse troppo. Una frase a me cara veste a pennello Sylvia, la prenderò in prestito da una mia amica Rumena: “Troppa educazione spoglia l’anima”.
Abbiamo intrattenuto una buona conversazione; il mio inglese stava funzionando, ero preparato bene ad argomentarmi...sapevo tutto a memoria.
Inevitabilmente però, la conversazione è poi scivolata sul profilo tecnico richiesto.
Il mio inglese ha traballato e il mio skill si è rilevato non appropriato.
La situazione stava inesorabilmente andando verso il classico “le faremo sapere”. I miei pensieri, intanto, erano in tuta...
E’ stato imbarazzante. Annaspavo... mi sembrava di affogare...vedevo negli occhi di Sylvia, tanta compassione : una situazione veramente denigrante.
Ovviamente il posto come supporto tecnico era sfumato; me lo aspettavo! Sapevo di non essere sufficientemente qualificato per ottenerlo, ma vivere realmente questo rifiuto è stato devastante.
E’ come guardare la pioggia da un posto coperto, caldo e confortevole sapendo di dover uscire senza ombrello. Si è consapevoli che a breve ci si bagnerà, ma poi, quando ti ritrovi le gocce di pioggia che ti schiaffeggiano il viso, è un’altra cosa.
Tutto come previsto quindi, nessuna sorpresa. Ma questa giornata , irrazionalmente, mi ha lasciato l’amaro in bocca. Credo che Bruce, alla fine, il cattivo non l’abbia preso. La bomba è scoppiata, il mondo, il mio mondo, è esploso. Mi sono sentito umiliato e questa cosa non la potrò più permettere! Dovrò scegliere con maggior coscienza le mie prossime candidature.
Piove su Amsterdam, tuona dentro me...

5 commenti:

  1. Daniele, non arrenderti!!! ...i colloqui che vanno male capitano: molte società si aspettano anche l'inverosimile. PERSEVERA, PERSEVERA, PERSEVERA! E non permettere ad altri di scalfire la fiducia in te stesso. Troverai il tuo posto! ;-)

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  2. Caxxo Tau! Ho letto tutto d un fiato!Pensavo ad un lieto fine....ci avevo creduto per come lo avevi scritto....invece....me dispia!!!

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    1. Tranquillo Mau, tutto ha un prezzo...Questa volta ho semplicemente "pagato" la scelta di puntare troppo in alto.

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  3. Vai avanti Dani. ....non ti fermare!!!! prima o poi sono sicura che arriverà il tuo momento.....è solo questione di tempo! !!!!

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    1. Ciao Tesoro! grazie del supporto! Non molliamo mai! come potremmo con amici come voi! Non ti preoccupare, io e Bruce Willis continueremo il nostro film :)... fino al classico finale del "vissero tutti felici e contenti"...

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