Leiden, 1
dicembre 2015
Die Hard
Tre, due, uno,
Ciak! Si gira!
Sapevo che
questo momento sarebbe arrivato.
Mi sono
candidato per una posizione di “network support” per una società che offre
supporto tecnico nel mercato italiano. Purtroppo il mio skill non è
strettamente compatibile con quello richiesto, ma ho deciso di provare
comunque.
Dopo pochi
giorni dalla mia candidatura, il telefono ha squillato!
Non so come
spiegare esattamente il panico da “risposta al telefono in inglese”... Palpitazioni,
sudore freddo, tremore. Sono rimasto un paio di secondi a vedere il numero
chiamante sul display del mio meraviglioso Lumia 730 verde... ero in una specie
di limbo telematico: la mente pronta a rispondere, la pancia pronta invece a
spegnere il telefono e scappare via... come nelle comiche di Benny Hill...
Poi, nella
lista di cose fatte nella vita, subito dopo “mangiare un panino con pesce crudo
e cipolla” ho deciso di aggiungere “sostenere una conversazione telefonica in
inglese per ottenere un posto di lavoro”. La mente ha vinto sulla pancia (una
volta tanto...) ed il destino è stato scritto...
Ho cercato di
parlare il meno possibile e di ottenere un appuntamento “face to face” in modo
tale da avere il tempo per prepararmi.
Detto, fatto!
La chiusura del telefono aveva di fatto portato con se la data
dell’appuntamento. Avrei avuto due
giorni per studiare “il nemico”.
Poi, inesorabilmente,
il giorno del colloquio ha albeggiato nella mia vita.
Ad Amsterdam,
precisamente al Crystal Tower, ci sono andato in
macchina.
Pioveva,
tirava vento, ma il mio stato d’animo era stranamente assolato. La cosa che mi
preoccupava di più era il controllo emotivo: se l’avessi perso, avrei perso
anche la capacita’ di gestire quei pochi vocaboli in inglese sui quali far
ruotare tutto il resto.
Trenta minuti di
autostrada a cinque corsie mi avrebbero accompagnato alle porte della mia prima
esperienza di questo genere.
I pensieri
però andavano più veloci della mia fedele Hyundai... loro erano già arrivati e
mi stavano aspettando: vestiti coll’abito delle grandi occasioni, nervosi,
timidi, storditi.
Ho
parcheggiato, ripassato il “copione”, respirato “zen” e poi via! Dentro la
torre , dove mi avrebbe aspettato il drago.
Sono salito
fino al 24esimo piano, sede della società di reclutamento. Il tempo in
ascensore ha seguito un concetto tutto suo. Potrei essere invecchiato più del
previsto in quel “fottuto” ascensore.
Finalmente ,
il “drin” dell’arrivo al piano mi ha di fatto ricongiunto ai pensieri in “Dolce
e Gabbana” che erano proprio li ad attendermi: uno dei tanti era perfino
sorpreso di vedermi... pensava che non mi sarei presentato.
Nell’attesa
del mio “personal recruter” mi sono goduto una vista incredibile. Tutta Amsterdam
e la sua pioggia era ai miei piedi. Sembrava di essere in “Die Hard”: da un
momento all’altro sarebbe potuto arrivare Bruce Willis in “canotta” bianca,
incazzato e insanguinato in cerca del
cattivo appeso fuori dal grattacielo con il detonatore che avrebbe fatto
esplodere il mondo.
Per fortuna, dopo
un pò, invece di Bruce si è palesata Sylvia, la referente del mio colloquio.
Bellissima
ragazza, molto educata, forse troppo. Una frase a me cara veste a pennello
Sylvia, la prenderò in prestito da una mia amica Rumena: “Troppa educazione
spoglia l’anima”.
Abbiamo
intrattenuto una buona conversazione; il mio inglese stava funzionando, ero
preparato bene ad argomentarmi...sapevo tutto a memoria.
Inevitabilmente
però, la conversazione è poi scivolata sul profilo tecnico richiesto.
Il mio inglese
ha traballato e il mio skill si è rilevato non appropriato.
La situazione
stava inesorabilmente andando verso il classico “le faremo sapere”. I miei
pensieri, intanto, erano in tuta...
E’ stato imbarazzante.
Annaspavo... mi sembrava di affogare...vedevo negli occhi di Sylvia, tanta
compassione : una situazione veramente denigrante.
Ovviamente il
posto come supporto tecnico era sfumato; me lo aspettavo! Sapevo di non essere
sufficientemente qualificato per ottenerlo, ma vivere realmente questo rifiuto
è stato devastante.
E’ come
guardare la pioggia da un posto coperto, caldo e confortevole sapendo di dover
uscire senza ombrello. Si è consapevoli che a breve ci si bagnerà, ma poi,
quando ti ritrovi le gocce di pioggia che ti schiaffeggiano il viso, è un’altra
cosa.
Tutto come previsto
quindi, nessuna sorpresa. Ma questa giornata , irrazionalmente, mi ha lasciato
l’amaro in bocca. Credo che Bruce, alla fine, il cattivo non l’abbia preso. La
bomba è scoppiata, il mondo, il mio mondo, è esploso. Mi sono sentito umiliato
e questa cosa non la potrò più permettere! Dovrò scegliere con maggior coscienza
le mie prossime candidature.
Piove
su Amsterdam, tuona dentro me...
Daniele, non arrenderti!!! ...i colloqui che vanno male capitano: molte società si aspettano anche l'inverosimile. PERSEVERA, PERSEVERA, PERSEVERA! E non permettere ad altri di scalfire la fiducia in te stesso. Troverai il tuo posto! ;-)
RispondiEliminaCaxxo Tau! Ho letto tutto d un fiato!Pensavo ad un lieto fine....ci avevo creduto per come lo avevi scritto....invece....me dispia!!!
RispondiEliminaTranquillo Mau, tutto ha un prezzo...Questa volta ho semplicemente "pagato" la scelta di puntare troppo in alto.
EliminaVai avanti Dani. ....non ti fermare!!!! prima o poi sono sicura che arriverà il tuo momento.....è solo questione di tempo! !!!!
RispondiEliminaCiao Tesoro! grazie del supporto! Non molliamo mai! come potremmo con amici come voi! Non ti preoccupare, io e Bruce Willis continueremo il nostro film :)... fino al classico finale del "vissero tutti felici e contenti"...
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